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Schede critiche |
Scatole magiche,macchine sceniche e Wunderkammern di cartone dipinto. 1985-1992
(Viana Conti)
La figura dell’artista, per quanto aperta e sensibile al dialogo con l’esterno, come Enzo Carioti era, si riserva sempre una zona segreta e mentre si concede al fuoco incrociato degli sguardi, resiste al senso delle parole, parlando un suo linguaggio fuori dai codici e dalle convenzioni. Non è un caso che molte delle opere di questo artista prendano il titolo, di segno concettuale, Senza titolo, lasciando all’osservatore un vuoto da colmare di emozione e di pensiero. Per stimolare tuttavia un approccio di attenzione e riflessione sulla sua opera, si è pensato di articolare la mostra e questo volume, che la documenta, in sei tematiche, particolarmente visitate dall’autore: architetture figure paesaggi scritte pubblicitarie-calligrafie serie di accessori- suppellettili-strumenti strutture-congegni. Nel suddetto periodo, compreso tra il 1985 e il 1992, l’artista, presa distanza dalla pittura bidimensionale su carta, tela, supporti diversi, lavora sulla riproduzione cartacea di opere tratte dalla Storia dell’Arte e della Fotografia, della Pubblicità e dell’Alta Moda, del Cinema e della Scenografia, della Coreografia e del Paesaggio. L’attrae anche il mondo della meccanica, della catalogazione classificatoria, dei mezzi di trasporto di massa, che la sua straordinaria manualità struttura in una sorta di scatole magiche, diWunderkammern, dove una griglia di listelli di cartone ritagliati, intrecciati, punteggiati di luci e ombre, crea, su fondi di veline o plexiglass opacizzati, effetti ottici di profondità e dissolvenze illusionistiche. Grigliando, anche metaforicamente, il corpus dell’opera, proprio come faceva l’artista stesso con le sue tessiture a trame su più livelli, si ritiene di poterne sollecitare una lettura al di là della superficie, dentro le pieghe, in quelle zone d’ombra in cui l’artista sempre più trovava un rifugio e un punto riservato da dove osservare il teatro del mondo. di Viana Conti
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Al pari altri intellettuali, delusi dalle forme espressive correnti, Carioti aveva maturato il convincimento che la creatività dovesse essere una sorta di lucida stupenda "follia" capace di sfuggire alla massificazione messa in atto dalla società
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