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Schede critiche |
Architetture
(Katia Carioti)
Architetture 1987-1992 Scrive la sorella Katia: Enzo, a partire dagli anni Sessanta, viaggia e lavora, lavora e viaggia, conosce le città (Bari, Udine, Genova, Sanremo, Imperia, Parigi, Schuls, Lugano, Muenster, Stoccarda, Poznan, Berlino, San Sebastian, Vienna, Madrid), le piazze, i monumenti, le cattedrali, i parchi, i musei, frequenta le gallerie d’arte e legge… quanto legge! Architetture gotiche e barocche, classiche e postmoderne, familiarizzano, nel suo immaginario fantastico, con quadrerie piranesiane, architetture industriali, portuali, sceniche, quando il teatro diventa un suo irrinunciabile spazio di ricerca e di invenzione: in un’unica opera, la Tour Eiffel entra ed esce da trenta riquadri, come una prima donna. di Viana Conti
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Al pari altri intellettuali, delusi dalle forme espressive correnti, Carioti aveva maturato il convincimento che la creatività dovesse essere una sorta di lucida stupenda "follia" capace di sfuggire alla massificazione messa in atto dalla società
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